"Esposto per la sua attività professionale alla sofferenza dell’individuo e per carattere aperto alla com-passione, Igor De Marchi per anni ha disegnato, a scopo terapeutico, attribuendo a quest’attività l’intimità del vizio privato. Sarà dalle amicizie che riceverà lo stimolo a passare alle tele, e da un mentore la spinta definitiva a considerare la pittura come una attività comunicativa.
Una caratteristica formale dei suoi dipinti, una costante per chi osserva e commenta, sono i fondi neri; il nero come profondità assoluta e quindi assenza di una profondità misurabile. È proprio l’intenso silenzio del nero ad esaltare la luce interiore dei soggetti, ai quali De Marchi da forma col bianco; da questi due elementi (il nero dei fondi e il bianco dei soggetti) l'apporto del colore (o dei colori) riceve una accentuazione nelle sue peculiari valenze psicologiche e simboliche.
Il pregio tecnico dei lavori di Igor trae fondamento dalla pratica del disegno, crescendo in consapevolezza attraverso l’esercizio del dipingere. Tuttavia, nelle tele di De Marchi, l’atto esecutivo del dipingere resta al servizio dell’idea e dei contenuti, una priorità questa che chiama anche l’osservatore a concentrarsi sulla sostanza dei suoi lavori.
I due elementi che costituiscono questa sostanza sono la psicologia e la poesia: l’arte di Igor De Marchi può definirsi poesia psicologica tanto quanto psicologia poetica. Il lato psicologico pone l’accento sulla dualità, quello poetico si esprime in un’intimità tanto profonda da risultare universale. Coerentemente il titolo è parte integrante di ogni suo lavoro pittorico e nasce come porzione dell’atto creativo.
Nella sua opera la dualità psicologica e la poetica di un’intimità universale sono al contempo inevitabili e intenzionali, divenendo espressione di talento e preservando l’originario carattere intimo, terapeutico della sua pittura.
Osservando le tele di De Marchi si è esplicitamente chiamati a registrarne gli echi, riflessi nella nostra sensibilità."
Una caratteristica formale dei suoi dipinti, una costante per chi osserva e commenta, sono i fondi neri; il nero come profondità assoluta e quindi assenza di una profondità misurabile. È proprio l’intenso silenzio del nero ad esaltare la luce interiore dei soggetti, ai quali De Marchi da forma col bianco; da questi due elementi (il nero dei fondi e il bianco dei soggetti) l'apporto del colore (o dei colori) riceve una accentuazione nelle sue peculiari valenze psicologiche e simboliche.
Il pregio tecnico dei lavori di Igor trae fondamento dalla pratica del disegno, crescendo in consapevolezza attraverso l’esercizio del dipingere. Tuttavia, nelle tele di De Marchi, l’atto esecutivo del dipingere resta al servizio dell’idea e dei contenuti, una priorità questa che chiama anche l’osservatore a concentrarsi sulla sostanza dei suoi lavori.
I due elementi che costituiscono questa sostanza sono la psicologia e la poesia: l’arte di Igor De Marchi può definirsi poesia psicologica tanto quanto psicologia poetica. Il lato psicologico pone l’accento sulla dualità, quello poetico si esprime in un’intimità tanto profonda da risultare universale. Coerentemente il titolo è parte integrante di ogni suo lavoro pittorico e nasce come porzione dell’atto creativo.
Nella sua opera la dualità psicologica e la poetica di un’intimità universale sono al contempo inevitabili e intenzionali, divenendo espressione di talento e preservando l’originario carattere intimo, terapeutico della sua pittura.
Osservando le tele di De Marchi si è esplicitamente chiamati a registrarne gli echi, riflessi nella nostra sensibilità."
Francesco Falcolini
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